La lingua francese è elegante e pronunciarla nel modo corretto non è affatto facile, riprodurre questi suoni delicati ma decisi può risultare complicato per alcuni. Ma la fonetica si studia e con lo studio è possibile imparare a riprodurre i suoni della lingua francese proprio come se foste dei parigini. Ciò che complica il compito di imparare la fonetica francese è il fatto che esistono che suoni che sono invece assenti nella nostra lingua, l’italiano. È necessaria tanta applicazione e tanta pratica ma, ne siamo certi, imparerete come pronunciare il fonemi in francese.

Scopri com’è semplice imparare come pronunciare i fonemi in francese

Partiamo dalla fonetica di vocali e consonanti. Le vocali A, I, O, U a fine parola si pronunciano sempre come se fossero accentate. Ad esempio, la parola “opera” si pronuncia “operà”. La vocale E non si pronuncia mai, tranne quando è accentata. La E rimane muta nelle parole come ad esempio “carte”, che si pronuncia “cart”. Se ha l’accento grave è si pronuncia aperta proprio come la pronunciamo noi in parole come “svegli”, se invece l’accento è acuto è si pronuncia chiusa come la nostra “e” di “perché”, un esempio? “élève”.

I dittonghi “ai” ed “ei” si pronunciano “e” come nella parola "maison" che diventa “méson”; “au” ed “eau” si pronunciano come la nostra o chiusa di “voto”. Quindi “beau” che significa bello si pronuncia “bo”, e “eau”, acqua, si pronuncia “o”. Esiste, però, un eccezione. Nelle parole di origine tedesca “au”, si pronuncia con un suono a metà fra “e” ed “u”. non è facile ma provate a mettere la bocca come se doveste pronunciare la “o” e cercare di far uscire una specie di “e”. I dittonghi “eu” e “oeu” si pronunciano con un suono chiuso a metà fra la “o” e la “u”. Anche in questo caso dovreste riuscire a riprodurre questo fonema posizionando la bocca come per pronunciare la “u” e cercate di pronunciare la “o”. “ou” si pronuncia come la “u”.

Le consonanti d, p, t, x, z e la desinenza verbale in –ent, utilizzata per la terza persona plurale, a fine parola non si dicono mai. Stessa regola vale per la “s” tranne nel casi di alcuni nomi propri. Fate però attenzione, se una parola che finisce per consonante è seguita da un'altra che comincia per vocale, allora la consonante finale va pronunciata. La “c” davanti ad “a”, “e”, “i” e “o” si riproduce con il suono “s” come nel caso di facile che in francese si pronuncia “fasìl”. La “ce” a fine parola si legge “s”, come in “délice” che diventa ”délis”. La “ç” con la cediglia si pronuncia con la “s” italiana di “sole”. Infine la “cc” si legge “cs” come la “x” di “fax”. Quindi “occitane” che si pronuncia “oxitan”. La “-ge”, la “-gi” e la “J” si pronunciano “sg”, cioè quel suono un po’ trascinato che usiamo per dire la parola “garage”. Invece la “ll” si pronuncia come come la “j” italiana.

 “ph” si pronuncia “f” come in “phase” si pronuncia “faz”;  “qui” e “que” si dicono “ki” e “ke”.  Se “que”, però, è in finale di parola, si pronuncia “k”.  Analogamente, “gui” e “gue” si pronunciano con la “g” dura.  Se le vocali sono seguite da “n” o “m” come “an”, “en” e “on” si leggono in modo molto nasale. Per imparare come riprodurre questo strano suono provate a tapparvi le narici ed emettendo il suono: “in” si pronuncia fra “an” nasale e “en” nasale.  “un” si riproduce con un suono a metà fra “an” e “on”. Per la pronuncia della “r” francese, da molti conosciuto come erre moscia basterà far vibrare la lingua non in punta, vicino ai denti, ma indietro, vicino alla gola.

Non è per nulla facile lo ammettiamo e imparare una pronuncia francese perfetta richiede molta pratica. Munitevi di tanta pazienza e perseveranza e vedrete che riuscire a riprodurre perfettamente anche la tanto temuta erre moscia.

Stefano Di Benedetto, assieme ad un affiatato team di collaboratori e consulenti, da oltre 32 anni lavora con entusiasmo ad un impegno ben preciso: trasformare sempre gli obiettivi dei clienti in risultati concreti!