Buongiorno a voi tutti, Memosystemiani .
L’interrogativo di oggi è: “Può il Panda restare insensibile di fronte alla richiesta di aiuto di una Fan?”
La risposta è ovviamente scontata, quindi… ecco a voi Martina!
Carissimo Panda,
COMPLIMENTI per l’articolo…
Sono Martina, studentessa universitaria di Giurisprudenza e fan dei tuoi articoli (specialmente di quello sulla “autoricarica di motivazione”)
ti scrivo per chiederti una mano, una illuminazione.
quando mi siedo e pianifico i miei esami, cosa e quanto studiare ogni giorno ecc.
il problema è che spesso (specialmente per gli esami più grossi)mi accorgo che ho ripartito lo studio malamente
oppure per qualche imprevisto non posso studiare per alcuni giorni e mi salta tutto il piano di studio…
insomma arrivo a poco prima dell’esame con “l’acqua alla gola”
situazione che mi crea uno stato di ansia non indifferente seguito a ruota da una spirale di mortificazione (sono sempre la solita che si riduce all’ultimo, è mai possibile che non impari dai miei errori, ho 21 anni e non mi so ancora organizzare decentemente) il che non fa altro che peggiorare le cose.
Panda ti chiedo: come posso migliorare la mia organizzazione e come posso gestire(in termini pratici) l’imprevisto e la mia ansia?
Ueilàlà… che piacere ritrovarti, cara Martina.
Scommetto che ora che hai imparato ad autoricaricarti sei diventata una celebrità per tutti i tuoi colleghi.
Ti ringrazio dei complimenti e della considerazione che riponi in me e, per ricambiare la tua fiducia, ti nomino seduta stante Ambasciatrice Pandesca nelle Facoltà di Giurisprudenza! 🙂
Visto che oggi sono sceso dal letto con il piede sinistro, comincio a risponderti con logica “Last In First Out” partendo quindi dalla fine. In più, considerata la portata della tua domanda, e tenendo conto che giusto oggi ricorre l’anniversario della mia prima visione di “Animal House”, ho deciso di fare uno strappo alla regola e di risponderti con un doppio articolo.
Siamo pronti a partire con il primo pezzo?
Gestire l’ansia.
Iniziamo con il dire che non sei ansiosa. L’ansia non è una caratteristica fisica, o innata oppure identificativa. Puoi essere bionda o mora, avere gli occhi azzurri o un occhio solo, puoi essere terrestre o venusiana, puoi insomma essere un sacco di cose ma non puoi “essere” ansiosa. Al massimo puoi adottare dei comportamenti ansiosi.
Detto questo, poiché da ciò che affermi si evince che tali comportamenti sono dovuti alla momentanea imperfetta organizzazione della tua tabella di marcia, direi che non serve che io ti fornisca particolari Pandatrucchi o tecniche ninja segrete, anche perché il mezzo scritto non facilita molto l’interazione in questo campo.
La mia sherlockoniana ipotesi è che quando arriverai ad organizzare meglio lo studio, cioè alla fine di questi articoli, mooooooolto probabilmente tali comportamenti “inefficaci” spariranno come la neve al sole (o come la bella musica a Sanremo…). Vogliamo provare? 🙂
Passiamo al punto due.
Gestire l’imprevisto.
Vuoi sapere come puoi gestire l’imprevisto? Mmmmmmm… sei pronta alla risposta esplosiva?
NON puoi!
Lo so, lo so: il mondo è duro, nessuno ci vuole bene, ed i capelli di Marco Castoldi, in arte Morgan, sono perfettamente normali… 😉
La verità è che non puoi gestire l’imprevisto per il semplice fatto che è un fattore esterno a te, ma puoi gestire i tuoi comportamenti di fronte ad esso. Mi spiego meglio:
Conosci “Sex and the City”?
In questa famosissima serie TV vengon raccontate “i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese” di quattro amiche single.
Immagina Carrie Bradshaw (la protagonista principale) che, tutta allegra, si reca a Manhattan con le sue tre inseparabili compagne, per un giro di shopping .
Entrano nella boutique di Prada e lei, fiera del contratto da poco sottoscritto per il suo libro, decide di acquistare tutto il negozio, compresi i manichini in vetrina e parte degli scaffali. Si fa impacchettare l’ambaradan e le chiamano una ditta di traslochi per spostare quei “due o tre pacchettini” che ha preso.
Arriviamo al momento clou: Carrie, tutta sorridente, dà alla commessa la sua bella Amex Black Centurion, regalo di Mr.Big, e si volta a parlare con le amiche quando… BIP BIP “transazione negata“. “Ehm, ci deve essere un errore” sussurra a mezza voce la nostra eroina, “riprovi ancora”. BIP BIP “Allora non mi ascolti, te l’ho detto anche prima. Transazione negata!” Oh, son sempre più intelligenti questi POS…
La commessa comincia a guardarla male, e la nostra bionda inizia ad arrossire come Kim Kardashian di fronte ad un costume intero anni ’50
Viene chiamato il call center della Amex, e l’operatore li mette al corrente che il proprietario (Big), proprio quel giorno, aveva fatto disattivare la carta in questione.
“Mi scusi, ma sono sicura che ci deve essere un errore, io sono Carrie Bradshaw, eroina di tutte le donne di New York, e … ” ma non fa in tempo a finire la frase che la Sicurezza scaraventa lei, e le sue tre amiche, in mezzo alla Fifth Avenue, davanti agli sguardi disgustati dei passanti.
Di sicuro nessuna di loro si aspettava questo imprevisto imprevedibilmente imprevedibile.
E così arriviamo all’epilogo:
- Carrie, resa completamente folle dall’umiliazione, decide di porre fine alla propria esistenza andando a fare la modella di Zara.
- Miranda di sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell’avversa fortuna, diventando opinionista di “Amici”.
- Charlotte non regge al colpo e punta a togliersi la vita iscrivendosi ad un corso di pole-dance estrema vestita da mucca Milka.
- Samantha, invece, sceglie di alzarsi da terra, guardarsi intorno con tutta la fierezza di cui è capace, farsi una bella risata alla Gigi la Trottola e… andare a rigare la macchina a Big. 😉
Come vedi, nessuna delle signorine in questione ha potuto “gestire l’imprevisto“, per il semplice fatto che non è dipeso da loro ciò che è accaduto.
Che ci potevano fare se Big era intenzionato a scappare a San Vito dei Normanni per diventare cintura nera di pizzica tarantata?
Le prime tre donnine si son trovate a soccombere agli eventi, maledicendo se stesse e la sorte avversa, incapaci di porsi in maniera attiva.
Samantha invece ha scelto di non farsi condizionare e di gestire l’unica cosa che era effettivamente in suo potere: il proprio comportamento.
Siamo arrivati ad un tema per me centrale nel cosiddetto Sviluppo Personale, ossia “ridere delle cose”.
Ridere non come un idiota, ma come modo di “riprendersi il potere” sulle cose, su ciò che lasciamo ci accada intorno e a cui deleghiamo i nostri stati d’animo.
Chissà, un giorno potrei dire qualcosa di più o magari, perché no, intervistare qualche Master del settore. Ma, per ora, saluto e ringrazio te e tutti i lettori di Memosystem.
Vi aspetto alla prossima emozionante puntata di “Pandarotti & Friends”, dove chiuderemo questo Cerchio nel Grano 😉
(Ovviamente suggerisco anche il corso del master-trainer-ospite-padrone-di-casa-Di-Benedetto Apprendimento Vincente per imparare le strategie di base per studiare nel migliore dei modi!)
@Titi
volevo ringraziare anche te!Hai ragione il senso del rimpianto è peggio,è meglio non averne!
Caro Panda,
prima di tutto vorrei ringraziarti di cuore per avermi risposto ne sono felicissima credimi,avevo questa faccia quando l’ho letta 😀 !Mi hai dato la carica che cercavo e volevo solo farti sapere che sto FACENDO,ho cioè iniziato fin da subito a prepararmi un piano di studio e ho addiruttura programmato il giorno della mia laurea(guardando il calendario delle sedute di laurea ovviamente 😉 ).
Ho anche stampato la tua risposta in modo da poterla leggere tutte le volte che ne avrò bisogno,la userò insieme alla tecnica dell’ancoraggio 😉 !
Granzie infinite ancora.
Ciao Teresa
Ma che bello. Sono molto contento. Contento per averti reso felice; contento per averti fatto sorridere; contento per averti dato la carica e contento, soprattutto, perché stai FACENDO quel che va fatto per raggiungere il tuo obiettivo. 😉
Hai programmato il giorno della laurea? E’ fantastico! Non vedo l’ora di vedere la foto del momento in cui ti dichiareranno ufficialmente Dottoressa.
Salutissssssimi
Caro panda,
in questo articolo si parla di ansia ed proprio questa che ogni volta provo quando penso alla mia situazione universitaria…ormai sono 2 anni che non riesco più a dare un esame,ogni volta che inizio a studiare penso alla vergogna che proverò quando mi troverò davanti al professore e questo guarderà il mio libretto e pensarà che sono una pessima studentessa che a 27 anni ancora non riesce a prendersi una laurea triennale 😳 !Intanto il tempo passa(e i miei anni aumentano) ed io sono sempre allo stesso punto non sò cosa fare…Leggo i suoi articoli mi riempio di motivazione ma poi ogni volta questo pensiero si riaffaccia e mi blocco…Nella mia testa ormai si è insinuata l’idea che mi sono fatta”vecchia”e che ho perso troppo tempo…Non sò se sono riuscita a spiegarmi bene…in ogni caso sento un disperato bisogno di aiuto…
vai, non scoraggiarti, non sei così vecchia, ogni momento è buono per ricominciare. scatto di orgoglio e parti. Il senso del rimpianto è peggio della tua sensazione di “vecchiaia”. Vaiiiiiiiiiiii e tanti auguri 😉
Ciao Teresa.
Come spesso succede, le risposte alle problematiche sono contenute nel modo in cui parliamo della problematica stessa. 🙂
Dici che provi ansia quando PENSI alla tua situazione universitaria. Cosa credi che succederebbe se invece di “pensare alla situazione” AGISSI per ottenere un risultato? Due anni fa, quando davi esami, cosa facevi di diverso?
Ricordi quando eri piú piccola ed avevi un compito in classe di matematica? Che facevi a quel tempo? Passavi tutta l’ora a ripeterti il testo del problema oppure ti davi da fare per trovare la soluzione, FACENDO quel che va fatto?
A meno che tu non abbia dei superpoteri, COME SAI quello che pensa il tuo professore, guardando il tuo libretto? 🙂 Ho conosciuto molti professori e posso dirti che, solitamente, hanno altri “interessi” (diciamo cosí) per la testa che non pensare alla tua storia personale. Anzi, ti diró di piú, ne conosco piú di uno che, di fronte a studenti di un’etá piú alta della media, rimangono affascinati dalla costanza con cui essi lavorano per arrivare a destinazione.
Hai detto bene: ti riempi di motivazione, ma poi aspetti “troppo” prima di cominciare a FARE. La tua mente ha preso, per ora, questa abitudine ma non importa. E’ ok. Non sei un automa, ed il tuo comportamento è, per fortuna, solo nelle TUE mani. Le abitudini si cambiano. Basta sostituirle con altre abitudini. 😉
Prescrizione del Panda: Sfrutta la leva che si crea. Fatti un PIANO! Perché vuoi studiare? Qual è il motivo che ti spinge? Cosa vuoi fare nella vita? Scrivilo e appendilo davanti alla tua postazione di studio. ALZA LA TESTA e guarda il tuo piano ogni volta, prima di studiare, e ripetilo ad alta voce. Ripetilo come un mantra, tutte le mattine, tutti i pomeriggi, e tutte le sere, e quando quella “vocina” nella tua testa si fará viva (e, credimi, lo fará) fai un bel respiro, sorridi e ripetilo e ripetilo ANCORA. Focalizzati sul risultato. Su come starai quando lo avrai ottenuto. Credici e fidati: ce la fai!
Ah, quasi dimenticavo: ricordati di FARE (e rifare) l’esercizio che ho scritto nel mio articolo “Voglia di studiare: come trovarla”. Come hai visto, c’è chi lo ha utilizzato e ne è entusiasta!
Aspetto tue fantastiche notizie 😉