La memoria, nel processo di apprendimento, gioca un ruolo decisivo a tutte le età. Non fa eccezione l’infanzia: il bambino che frequenta le scuole elementari deve cominciare a usare la memoria come risorsa, e in questo le tecniche di Memosystem possono rappresentare un valido aiuto.

La memoria, però, non è l’unico “muscolo” a dover essere sollecitato in questa fase.

L’educatore lo sa bene: per spingere il piccolo studente a studiare bene è necessario introdurre elementi quali il gioco e il divertimento. Ogni bambino è reticente alla disciplina, specie se piccolo e va dunque motivato. Come? Ecco qualche consiglio 🙂

Stimolare la curiosità. Il bambino è in genere curioso. L’obiettivo è di incanalare tale curiosità nell’oggetto di studio. Farlo è relativamente semplice: basta individuare un risvolto pratico in quello che il bambino studia e inserire le nozioni che ha imparato in situazioni reali. Un esempio? Coinvolgere il bambino nelle piccole operazioni di calcolo quotidiane, come il controllo del resto della spesa (se si tratta di matematica, ovviamente).

Lodare molto e giudicare poco. I bambini sono molto sensibili al giudizio. E’ una fase della vita in cui si è molto permalosi e si rimane male con poco. Giudizi drastici rischiano di fare perdere al bambino la fiducia in se stesso. E’ necessario dunque, approcciarsi al piccolo che ha appena fatto un errore girandoci un po’ attorno, chiedendo innanzitutto “cosa hai fatto bene?” e poi  “in che cosa hai sbagliato?”. Bisogna insistere con le lodi: al bambino danno un piacere immenso (non solo a lui) e lo motivano.

Non prendere il posto dell’insegnante. Si rischia di stressare il bambino, perché la presenza dell’insegnante è già di per sé una fonte di stress. Si può, però, affiancare il piccolo nel processo di apprendimento e di studio. Ovviamente non bisogna usare frasi da docente del tipo “fammi un riassunto”; piuttosto vanno create occasioni per discutere dell’oggetto di studio, in modo da stimolare una tranquilla e addirittura divertente, attività di ripasso. Il ripasso è importante, poiché la memoria non è ancora sviluppata pienamente nella mente del bambino (ma può essere comunque stimolata con le tecniche di Memosystem).

Attenzione ai compiti a casa. Se il bambino vi chiede aiuto, concedeteglielo. Non fare però l’errore di fare i compiti al posto suo: ostacolereste il lavoro del docente e non aiutereste per nulla il bambino.

Stefano Di Benedetto, assieme ad un affiatato team di collaboratori e consulenti, da oltre 32 anni lavora con entusiasmo ad un impegno ben preciso: trasformare sempre gli obiettivi dei clienti in risultati concreti!